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Come e quando utilizzare un estintore

lentepubblica.it • 6 Marzo 2018

estintoreImparare ad utilizzare un estintore è importante al fine di potersi difendere in caso di incendio, sia in ambienti domestici che in luoghi lavorativi. Purtroppo, sono in molti a non sapere come si usa un estintore, ritenendo non necessario informarsi a fondo sulla questione.


In realtà è importante farlo, dal momento che molte regole e modalità non sono affatto scontate.

 

Cosa fare quando scoppia un incendio

Non appena scoppia un incendio, è importante subito prendere l’estintore. Per questo motivo, l’apparecchio deve essere a portata di mano e bene in vista, in modo da riuscire sin da subito ad entrarne in possesso. Non appena si riesce a recuperare l’estintore, i momenti previsti sono quattro:

 

  1. levare la spina di sicurezza;
  2. impugnare il tubo di scarica con la mano prevalente;
  3. premere la valvola di erogazione;
  4. mantenere il tubo di scarica in direzione orizzontale.

 

E’ chiaro che, nel momento in cui scoppia un incendio, è necessario fare in modo che tutti escano dall’edificio e chiamare subito i numeri di emergenza o i vigili del fuoco.

 

Come si usa un estintore

 

Ma qual è il corretto utilizzo di un estintore? Non appena si prende l’estintore, è importante estrarre la spinetta di sicurezza. Eliminato questo bastoncino, inserito solitamente nel manico, l’estintore è pronto ad essere utilizzato. Il tubo, che deve essere disposto lontano da se stessi, deve essere direzionato verso la base delle fiamme, dal momento che l’obiettivo è quello di disinnestare la sostanza che sta bruciando. In più, il tubo deve essere spostato da un lato all’altro: muovendolo a destra e sinistra, infatti, l’incendio si spegnerà più facilmente. Dirigere l’estinguente verso la parte alta delle fiamme è infatti completamente inutile. E’ consigliabile impugnare il tubo con la mano prevalente e mantenere il dispositivo con l’altra; in caso di estintore a Co2, è bene evitare di toccare la tromba in plastica di erogazione, dal momento che potrebbe essere estremamente fredda. Una volta completata l’operazione, per bloccare la fuoriuscita dell’agente estinguente basta rilasciare la pressione sul grilletto.

 

Qualora non si riuscisse a domare l’incendio, è consigliabile ripetere la procedura, ma è fondamentale non rivolgere mai le spalle al fuoco. Le spalle, come detto, devono essere verso la via di fuga, in modo da non perdere mai di vista lo stato dell’incendio. Se ci si rende conto dell’impossibilità di gestire la situazione, è bene arretrare ed allontanarsi dal luogo dell’incendio, dal momento che l’agente estinguente non è illimitato.

 

Quale estintore usare in caso di incendio

 

Esistono diversi tipi di estintori e differenti tipologie di incendio. Non tutti i tipi di estintori possono, infatti, spegnere gli incendi, ma ogni tipo è specifico per determinate situazioni. Esistono tre tipologie principali di estintori, ognuno dei quali è adatto ad essere utilizzato in una o più classi di fuoco; le classi di fuoco sono sei e identificano il combustibile alla base dell’incendio. Gli estintori si distinguono in base all’agente estinguente utilizzato per domare l’incendio e sono:

 

  1. estintori a polvere: questi sono fra i più diffusi, dal momento che sono adatti a spegnere tutti i tipi di incendio tranne quelli causati da oli e grassi da cucina; la polvere chimica contenuta in questi estintori può essere bicarbonato di potassio, per le classi B e C (liquidi e gas), o solfati di ammonio e fosfato monoammonico, per le classi A, B e C (solidi, liquidi e gas);
  2. estintori a schiuma: contengono un liquido schiumogeno adatto a spegnere i fuochi causati da solidi e da liquidi;
  3. estintori a Co2: l’agente estinguente è in questo caso l’anidride carbonica, adatta a tutte le classi di fuoco tranne la D, ovvero i fuochi causati da metalli; avrà effetto scarso tuttavia negli incendi causati da solidi.

 

Le classi di fuoco, invece, sono le seguenti:

 

  1. fuochi da solidi, causati da materiali come la legna, la carta, il carbone o le materie plastiche;
  2. fuochi da liquidi, generati da idrocarburi, benzine, alcol e solventi;
  3. fuochi da gas, scaturiti da metano, idrogeno, GPL ;
  4. fuochi da metalli, causati da alluminio, magnesio, sodio o potassio;
  5. in questa classe rientravano i fuochi scatenati da apparecchi elettrici, ma attualmente non è inclusa nella norma di riferimento UNI EN 2:2005;
  6. fuochi causati da oli combustibili di natura animale e vegetale, oltre a grassi da cucina.

 

Articolo scritto in collaborazione con Cipierre Srl.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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